Le regole dell’amore

Tra quelle tre, quattro persone che quotidianamente seguono questo blog (non è vero, sono un po’ di più, ma è sempre meglio fingere modestia) c’è chi, con insistenza, mi chiede di dare spazio a una rubrica tipo “La posta del Cuore”, in cui elargire consigli in materia sentimentale. Francamente non ci penso proprio, e per un motivo molto semplice: lo faccio già, molto spesso, nella vita privata. Non passa giorno in cui almeno uno o più dei miei amici/conoscenti/colleghi domandi un mio parere sincero su una storia agli inizi, sulla crisi di una relazione consolidata, sui risvolti di un rapporto tormentato, burrascoso o clandestino. La circostanza in genere mi lusinga, perchè da un lato la vivo come il riconoscimento e l’apprezzamento di una mia presunta capacità critica, se non addirittura di saggezza o di maturità sull’argomento. Dall’altro però sono il primo a sorprendermi, perchè, da egocentrico convinto quale sono, possiedo limitate doti di ascolto (e chi mi conosce bene me lo rinfaccia spesso), unite a un humour cinico e a una sottile perfidia, che nel tempo mi hanno fatto meritare, da parte della mia amica e psicologa di fiducia Valeria, il simpatico nomignolo di “Umanità”. Chiedereste un consiglio a uno con un soprannome così? Io no di certo, ma voi continuate pure a farlo, ovviamente a vostro rischio e pericolo. E’ anche vero che chi si rivolge a me lo fa sapendo della mia felice e duratura relazione sentimentale, ma come ripeto ogni volta, non ci sono ricette o segreti per sopravvivere a quasi 19 anni di storia come noi (lo so, il conto non tornerebbe con la mia età dichiarata di 29, fate finta di nulla). Ho avuto semplicemente culo: nonostante le nostre gigantesche differenze caratteriali, nonostante numerose manie e fobie (più mie che sue), nonostante gli effetti devastanti del tempo su entrambi (a pari merito) ho trovato chi mi ama e continua a farlo, e me lo tengo stretto. Il fattore “fortuna” non è però contemplato da una ricerca autorevole e serissima sull’argomento del dott. Brian Ogolsky (avessero mai un nome pronunciabile questi scienziati) uscita a Novembre sul Journal of Social and Personal Relationship (http://spr.sagepub.com/content/early/2012/11/20/0265407512463338.abstract) che stila una classifica delle 5 regole basilari per far funzionare un rapporto negli anni, comparsa ieri sul sito dell’AGI (www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201301111330-eco-rt10117 psicologia_ecco_le_5_regole_per_un_amore_duraturo). Una sorta di prontuario tascabile per la ricetta dell’ “amore eterno”, nel caso in cui ci fosse chi lo cerca o chi ci spera ancora, che eviterò di ripetere punto per punto per non trasformare questo post in un noiosissimo trattato sull’argomento. Mi soffermo però a sottolineare il fattore numero due preso in considerazione dallo studio, “la positività” intesa come ottimismo, divertimento e soprattutto ironia. Perchè, se avete il dono di possederla, è sempre preferibile coltivarla, non solo per far funzionare nel tempo la vostra storia, ma perchè non esiste antidoto più efficace agli sgambetti della vita.