Chi bella vuole apparire…

Surgery-has-lef4271

Se negli oltre 80 post pubblicati su questo blog (tra l’altro, proprio oggi, abbiamo superato i 5300 utenti…non so davvero come ringraziarvi) ho evitato, fino adesso, di affrontare l’argomento, è perché al riguardo ho una posizione un tantinello controversa, ovviamente criticabile, anzi, forse confrontarmi con i vostri punti di vista può aiutarmi a far luce su alcune scelte che francamente non riesco a comprendere fino in fondo. Dalla foto semiagghiacciante che vi allego, e che ritrae la 91enne (non è un errore di battitura, ha proprio 91 anni) Jackie Stallone, inossidabile e non del tutto biodegradabile madre del noto e muscolissimo Sylvester, ultima pentita della rincorsa spasmodica all’eterna giovinezza e del ricorso eccessivo all’aiutino del bisturi per  migliorare il proprio aspetto (perché sarebbe questa la sua finalità, giusto?) (http://www.huffingtonpost.co.uk/2013/06/21/jackie-stallone-surgery pictures_n_3478703.html) dovrebbe essere piuttosto chiaro che oggi andiamo a parlare di chirurgia estetica, botox e dintorni. Dunque, a dirla tutta, io non ho nulla in contrario a chi sceglie, anche solo per vanità, di modificare, perché insoddisfatto di se’, i doni concessi da madre natura e non me la sento affatto di condannare “in toto” il popolo dei rifatti. Primo, perché stando a un sondaggio risalente allo scorso anno, pubblicato dall’autorevole rivista britannica The Economist, di cui mi ero già occupato nella mia carriera (così trovo nuovamente il modo di citarmi, tanto per rimanere in tema di vanità: http://www.vogue.it/people-are-talking-about/e-davvero-troppo/2012/04/gli-italiani-e-la-chirurgia-plastica), agli italiani spetterebbe il terzo posto, su scala mondiale, della nazione con più presenza di ritoccati. Il che, statiscamente, equivale ad un’alta probabilità che ce ne siano, seppur insospettabili, anche tra i miei bellissimi (ecco spiegato il perché!) lettori, e di alienarmi una parte di pubblico, adesso che ho raggiunto una cifra ragguardevole, non mi andrebbe granché (cretino sì, ma fino a un certo punto).

Seconda e più importante (e anche meno ruffiana) ragione è che, diciamolo pure senza ipocrisia, la bellezza nella vita conta, eccome, perché avvantaggia, aiuta, facilita. Io stesso, pur non rientrando nella categoria “uomini mozzafiato” ma che propriamente un mostro non lo sono mai stato (o meglio, a 19 anni ero forse belloccio, a 29, cioè oggi, un po’ sfiorito, mi conservo però quasi dignitosamente) nella mia vita privata e professionale ho ricevuto molte più attenzioni e apprezzamenti di quanti probabilmente ne avrebbero meritati da sole la mia (spiccata) personalità e le mie (indubbie) qualità sul lavoro (avevamo detto che era un post sulla vanità del blogger, o no?). E se c’è una frase che mi irrita, quasi quanto sentire ripetere alla nausea le mille, inutili, bonazze dello spettacolo  ”io da piccola ero un maschiaccio” (crescendo cosa è successo allora?), è la più classica “essere belli penalizza perché devi dimostrare di avere un cervello”. Ma a chi? Ma perché? Ma per piacere. Tornando però all’argomento principe di questo post, cioè la chirurgia estetica, trascurato per le troppe parentesi sull’(e dell’) autore vanesio, ribadisco il mio esserne quasi completamente a favore per la correzione di quei difetti, anche piccoli ma visti come enormità, che impediscono a chicchessia di piacersi e dunque di piacere. Ciò che proprio non capisco, e che spero vogliate spiegarmi, sono invece le operazioni mirate ad “aggiungere”, quelle che ingigantiscono, rimpolpano ed esagerano lineamenti e parti del corpo per raggiungere degli astratti quanto discutibili canoni di una bellezza idealizzata. Ma santiddio, da quando e perché labbra sottili, seni piccoli, zigomi poco accentuati sono diventati un’imperfezione intollerabile? Si tratta davvero del solo caso in cui le dimensioni contano ancora (evitatemi battute volgari, please)? O la vera bellezza non è più una questione di armonia, di proporzioni, di un evidente equilibrio estetico che pelli levigate oltre gli anta e bocche sospettosamente turgide non regalano mai? Melius abundare, recita un celebre motto latino: proprio sicuri che sia sempre valido?