La classe non è acqua

baby&me / the new evian film – YouTube.

Dicono che i periodi di crisi siano i più fecondi di idee. Sarà. Eppure, tra gli effetti più evidenti di questi (ormai troppi) anni spesi a fronteggiare un così desolante panorama professionale ed economico, mi sembra si possa tranquillamente annoverare anche un generale impoverimento e abbassamento qualitativo degli spunti creativi e delle trovate in numerosi settori, soprattutto sul piano della comunicazione. Un esempio su tutti: la pubblicità in tv. Che, già per sua natura, non è mai stata una parentesi particolarmente apprezzata dal grande pubblico, perché simboleggia la scocciatura per eccellenza, l’odiato momento di interruzione che piomba sempre sul più bello, a ridosso dell’atteso bacio tra i protagonisti del film, dell’unica azione da goal nella partita, della lite furibonda, liberatoria e talvolta cruenta durante un reality. Se a questo si aggiunge che, oltre all’imposizione di una pausa non desiderata, ci tocca anche assistere inermi (salvo ricorrere, veloci come saette, al telecomando) alle storielle sempre più scontate, insulse e illogiche su cui si reggono ultimamente gli spot, ecco che il fastidio subito aumenta. Voglio dire, se proprio vuoi rovinarmi la visione del mio programma preferito, c’è davvero bisogno di farlo propinandomi un orso, neanche tanto simpatico, dall’improbabile accento milanese, oppure un tizio che, non se ne capisce il motivo, si tuffa dal più alto trampolino attraverso una macchina aperta (e chi non lo fa?), o addirittura la fanciulla straniera che, guarda caso, si chiama come le capsule, così forse il fidanzato può riparare un eventuale e imbarazzante vuoto di memoria solo guardando la confezione? Senza considerare che l’avvicinarsi della bella stagione trascina con sè il moltiplicarsi in tv di quella serie di prodotti come cereali, alghe, creme, che ti promettono in poco tempo il recupero della linea e un fisico tonico e scultoreo, tra l’altro mai posseduto neanche a vent’anni, e ti viene quasi da sorridere complice ai tuoi chili in più ben saldi intorno al girovita, ma poi forse ti assale il dubbio che anche il tuo intestino, proprio come quello della Marcuzzi, stia sorridendo, e allora capisci che ormai la pessima pubblicità si è già dannosamente insediata nella tua testa. In questo quadro sconfortante non sorprende allora scoprire che lo spot più visto e apprezzato in questi giorni, arrivando a sfiorare i quasi trenta milioni di clic solo su YouTube, sia quello nuovo targato Evian (video allegato); prodotto che, in genere associabile a un consumatore un po’ snob e salutista, decide invece di puntare stavolta sul divertimento e sulla tenerezza, mettendo in scena adulti riflessi in splendidi bambini che si scatenano in un balletto. Un’idea neanche tanto nuova, in quanto ribadisce e ricalca il solito cliché dell’acqua che aiuta a mantenersi giovani, anzi giovanissimi (dentro), e soprattutto attivi. Ma, che, paragonata all’uccellino di Del Piero, su cui nessuno ha neanche più voglia di accanirsi o ironizzare, sembra un assoluto e magnifico colpo di genio.