Niente satira, siamo italiani

Ballarò : Virginia Raffaele è il Ministro Maria Elena Boschi 04/03/2014 – YouTube.

Accantoniamo per un momento tutto lo sfiancante dibattito sulla presunta necessità delle quote rosa in parlamento (anche se, a onor del vero, l’attuale governo in carica è, in tal senso, insolitamente bilanciato), proviamo a non chiamare in causa, per questa volta, la generale condizione femminile nel nostro Paese, che in materia di parità di diritti e di tutela della donne non si può certo definire esemplare. Teniamo da parte, per un attimo, il dover spesso tristemente constatare che sul piano professionale persistano gravi discriminazioni di genere, che nell’opinione comune molti biechi pregiudizi di natura sessuale siano duri a morire, che come nazione si continui purtroppo a scalare la drammatica classifica degli stati in cui orribili delitti, quasi edulcorati dall’uso del termine “femminicidio”, sono sempre più all’ordine del giorno. Proviamo a dimenticare, ma solo in questo caso, che essere donna, moglie, mamma, nell’Italia del terzo millennio significa ancora impegnarsi il doppio per ottenere la dovuta credibilità, prodigarsi in salti mortali per reggersi in un equilibrio acrobatico tra famiglia e lavoro, che non basta una mimosa rubata dall’albero del vicino l’8 Marzo per celebrare degnamente quello che è il contributo fondamentale dell’universo femminile al progredire della nostra società. Lasciamo stare tutto quel clima di malumori sotterranei, di polemiche velate, i decennali strascichi di ingiustizie e soprusi, che forse hanno contribuito ad aggravare i contorni della vicenda, e tentiamo di concentrarci soltanto sulla vicenda, tanto per renderci conto che, in fin dei conti, così grave non lo è affatto. Anzi, si tratta di una storia nata, al contrario, proprio con il chiaro intento di far sorridere, oltre che riflettere, che poi sono le due uniche ed esplicite finalità di quel magnifico e irriverente strumento di critica che è la satira. Pane quotidiano di Virginia Raffaele, bravissima e talentuosa comica/imitatrice, personaggio tra i più camaleontici e interessanti lanciati di recente dal piccolo schermo, a cui in prima persona si rinfaccia o si ricorda con troppa enfasi il suo essere anche una gran bella donna, quasi come se il riuscire a far ridere il pubblico fosse esclusiva prerogativa delle “bruttine”. Chiamata a sostiuire Maurizio Crozza, nella puntata dello scorso 4 Marzo di Ballarò, in onda su Rai 3, la Raffaele, che in questi anni ci ha deliziato con il suo riuscitissimo scimmiottare volti noti, da Ornella Vanoni a Belen, si esibisce in un irresistibile sketch calandosi nei panni del neoministro per le riforme e i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi (video allegato). Prendendone di mira non soltanto lo spiccato accento toscano (reso alla perfezione) o il suo sovente intervenire come se  ripetesse alla lettera la lezione appena imparata a memoria (e citando, tra l’altro, il celebre personaggio di Amanda Sandrelli in Non ci resta che piangere) ma mettendo alla berlina anche il suo ipotetico potenziale seduttivo, di chi sarebbe in grado di sfuggire al pressing di domande di uno sprovveduto giornalista facendo del “gattamortismo”.

Scatenando così un putiferio: prima Michele Anzaldi, deputato renziano e segretario della commissione di viglianza Rai, che scrive, di sua iniziativa, ai vertici della rete per lamentarsi del contenuto della gag, ritenendolo “inopportuno”, poi la stessa Laura Boldrini, presidente della Camera, che in diretta tv, si spinge più in là, definendo addirittura il numero della Raffaele “sgradevole e sessista”. Mentre la diretta interessata, il ministro teoricamente vilipeso, ci tiene a far sapere, attraverso la stampa, e naturalmente il proprio account su Twitter (che sta diventando, in maniera inquietante, il megafono dei palazzi di potere), di aver trovato la sua imitazione divertente, pur dichiarandolo un po’ a denti stretti e con un sorrisino visibilmente tirato. Eppure, sarà forse un mio limite, guardando e riguardando la controversa parodia, faccio fatica a trovarne anche un solo passaggio degno di cotanto accanimento, una battuta di reale cattivo gusto, una frase offensiva o mortificante nei confronti delle donne in genere o della Boschi in particolare. Senza considerare poi che si tratta, appunto, di satira: che per sua natura deve essere tagliente, scorretta, iconoclasta, deve poter scalfire privilegi e schernire gli intoccabili, trasformandosi nell’ultimo e più scomodo baluardo a difesa della libertà di espressione. Ricordando, tra l’altro, che la stessa Raffaele ha consolidato il proprio successo sbeffeggiando personaggi di altri schieramenti, dalla deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore alla chiacchieratissima ex – igienista dentale Nicole Minetti, ma nessuno, in questi noti casi precedenti, aveva gridato allo scandalo o parlato, in maniera ipocrita, di discriminazioni (e per fortuna). Evidenziando infine che la figura dell’idiota nel discusso sketch la fa soprattutto il giornalista, il personaggio maschile, colui che si lascia abbindolare e fuorviare dalle risposte elusive e dai sensuali battiti di ciglia dell’ammaliante Boschi/Raffaele. Perché vorremmo essere anche liberi di poter ridere ancora delle ridicole debolezze degli uomini, di fronte al fascino delle donne, senza per forza doverci ritenere esseri maschilisti o peggio ancora misogini.