Tempi d’estate…

A quelli che “ma che fine hai fatto, sei sparito da settimane, anche dal tuo stesso blog?!” eppure fatichi a ricordare una sola volta in cui si siano prodigati in un commento striminzito, un finto cenno di apprezzamento o perfino un “sì, bravino” di cortesia per una qualsiasi delle tue numerose scemenze scritte. A quelli che “ma perché, tu scrivi? ah, di moda? ah!” e poi passano rapidi a scannerizzarti con lo sguardo per assumere subito quell’espressione di insolito stupore traducibile in “avrò capito bene? ma se è vestito come un mentecatto?” A quelli che immancabilmente ti inondano di messaggi su Whatsapp per aggiornarti sulle condizioni meteorologiche del posto in cui si trovano, sui piatti che stanno fotografando da ogni lato prima di assaggiare, sui loro prossimi, irrinunciabili, acquisti in saldo e non riescono invece mai a digitare un semplice “ciao, come stai?” sulla stessa riga. A quelli che si manifestano sui social solo per condividere i propri fighissimi scatti introdotti da milioni di #cool #party #summer #thepenisonthetable #hofinitoleparoleininglese #peròtifaccioinvidia? ma con tutta probabilità in quel momento si stanno annoiando a morte, lì a testa bassa in disparte a giocherellare con l’amato smartphone. A quelli che ogni occasione è buona per poter piangere miseria e poi sugli stessi social postano quintali di selfie realizzati in pochi giorni ai quattro angoli del mondo e ti viene il dubbio che il Taj Mahal o quei mari tropicali ben visibili dietro ai loro faccini sorridenti forse siano solo degli sfondi posticci appesi alle pareti di casa. A quelli che dalle loro rubriche sentenzieranno il prepotente ritorno di moda per questa stagione del giallo pannocchia, della frangetta scalata da un lato, delle unghie dipinte con miniature di swarovski, il tutto con quel tono solenne poi, spropositato perfino per la più autorevole delle riviste scientifiche, figuriamoci per dei giornalini adatti in molti casi ad incartare il pesce al mercato. A quelli che “tu non hai figli, non puoi capire che stress sia d’estate portarli al mare, tra i giocattoli, la merenda, la sabbia, le urla per farli uscire dall’acqua” e a te viene crudelmente da pensare che se il loro maggiore desiderio fosse stato godere di lunghi periodi di relax avrebbero dovuto fare piuttosto un abbonamento annuale ad una spa e non un bambino. A quelli che “tu non hai capelli, non puoi capire che stress siano d’estate, fra il caldo, la salsedine, le docce giornaliere, la piastra” e a te viene crudelmente da invocare una qualsiasi divinità che possa darti subito ascolto e renderli così calvi all’istante, lì davanti ai tuoi occhi, in modo da poter aggiungere sarcastico di fronte al loro sgomento “un gran sollievo adesso, eh?”. A quelli che da creature caritatevoli condividono ovunque gli appelli per la realizzazione del monumento in bronzo al cane randagio cittadino o si commuovono ad ogni video di gattino dondolante dal lampadario del salotto, poi però sostengono che sia altrettanto legittimo e sacrosanto inneggiare a ruspe, maceti, distruzioni di massa programmate ai danni di altri esseri umani. A quelli che la colpa è sempre e soltanto altrui se non vengono mai ascoltati, compresi, trattati con la giusta considerazione e mai una volta che sorga loro il dubbio di non essere abbastanza originali o interessanti, perché accusare il prossimo della propria inadeguatezza è più comodo e veloce che fare della sana e necessaria autocritica. E soprattutto a me, che grossomodo dalla fine di Febbraio non faccio altro che sospirare contando ad una ad una le ore interminabili che mi separano dall’inizio dell’estate, e quando questa finalmente bussa alle porte mi ritrovo sempre troppo avvilito, stremato, scarico, non solo per gioirne appieno come vorrei ma anche per riuscire a confezionare ad un buon ritmo qualcosa di vagamente appetibile o anche solo grammaticalmente corretto sul mio stesso blog. Che la bella stagione appena iniziata ci conceda di ritrovare parte delle energie indispensabili per pensare, dire, scrivere cose di gran lunga più intelligenti o sensate. O, in alternativa, pile di buone letture o di sudoku facilitati con cui sgombrare la testa sotto l’ombrellone per fare il dovuto spazio a idee ed opinioni migliori. Che sia per tutti una magnifica estate.

6 pensieri su “Tempi d’estate…

  1. una magnifica estate anche a te, svaporato amico sradicato dal tuo mare umido per approdare all’aria umida del valdarno… d’altra parte cosa ci possono fare se ce l’hanno tutti con loro, se non ci sono più le mezze stagioni e se non riescono a trovare una parrucchiera o uno scolpitore di barba che li soddisfi. e poi “ma non telefoni mai!!!” (ma tu cosa hai, il telefono che riceve solamente?).
    povere stelle senza cielo!!!! comunque un abbraccio empatico a te e alla tua irritazione estiva comprensibilissima, sperando che un raggio di estate improvviso rischiari il grigiore del tuo umore…

    • In effetti quelli che “tu non chiami mai” non li ho citati per mancanza di spazio ma avrei volentieri esteso questa dedica un po’ velenosa anche a loro…che sia una splendida estate anche per te, anche se la tua meritata vacanza dalle mie parti te la godrai in mia assenza (o forse in compagnia della mia invidia), sperando che ci riesca incontrarci anche altrove così da poter gioire dal vivo di questo mio travolgente e vivacissimo buonumore di stagione! :P

    • A quella che continua a seguirmi e a commentarmi nonostante le mie prolungate assenze (e grazie mille)! :)