Assenza mezza bellezza!

Spot 30″ di Poltronesofà con Sabrina Ferilli – YouTube.

Questa, con ogni probabilità, sarà la recensione peggiore che vi capiterà di leggere su di una pellicola meritevole in realtà di pareri ben più illustri ed autorevoli, i quali ovviamente, si sono già scomodati al riguardo, non sempre in maniera tenera né unanime a dirla tutta. Ma si sa, i critici, quelli veri, devono per forza (o forse per contratto) sputare un po’ di veleno, pena non essere considerati dei seri professionisti. La differenza (e il vantaggio) nell’aggiungere qui anche la mia bislacca opinione all’oceano di reazioni, forse spropositate, che “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino – da pochi giorni premio Oscar come miglior film straniero – ha incredibilmente sollevato, sta nel ribadire, nel caso ce ne fosse bisogno, la natura tutt’altro che prestigiosa e competente di questo spazio, così come la già declarata frivolezza dell’autore e la sua colossale (e vergogonosa) ignoranza in materia di cinema. Premesso che non oserei mai addentrarmi nel merito della recente vittoria agli Academy Awards (evidentemente se una giuria di esperti l’ha decretata, aggiungendolo alla breve lista degli italiani premiati con lo stessi riconoscimento nel tempo, si tratta senza dubbio di un film di qualità, e dovremmo rallegrarcene tutti) l’avevo già pregustato lo scorso anno al cinema, incuriosito dai commenti contraddittori e dalla critica nettamente divisa in due sul valore stesso dell’opera di Sorrentino. E ne ero uscito un po’ frastornato: né entusiasta, né disgustato, avevo piuttosto apprezzato l’inizio energico e roboante, l’abbagliante minuzia della fotografia, lo sviluppo della storia fin verso la metà, per poi clamorosamente smarrirmi (e a tratti annoiarmi) nella seconda parte. Insomma, l’avevo liquidato in fretta con un “Ni. Sì, cioè, forse interessante. Ma non credo di averlo capito del tutto”. Perché può succedere che una pellicola non ci seduca fino in fondo, o non arrivi a convincerci, ma dovrebbe anche sorgerci il legittimo dubbio che forse non siamo in grado di comprenderla davvero, di coglierne ogni spunto o riferimento, di riconoscerne eventuali citazioni o rimandi. Ma, al solito, è sempre più rapido, comodo, diffuso dar luogo a commenti feroci, come abbiamo visto questi giorni, da esperti improvvisati, che riuscire a fare, talvolta, della sana autocritica. Poi, finalmente, a poca distanza dagli Oscar, la messa in onda de “La grande bellezza” in tv, e anche io, che ormai non festeggio più martedì grasso da quando a diciotto anni ammutolii un’intera discoteca, travestito da ballerina di charleston, come milioni di italiani decido di rimanere a casa per riguardarlo con maggiore e necessario scrupolo.

E qui la prima sorpresa. Perché non lo ricordavo. O meglio, avevo rimosso tutta la lungaggine della vicenda finale, quella della “Santa” e delle presenze inquietanti che le ruotano attorno, compresi i fenicotteri, di cui ancora mi sfugge il profondo significato (nel caso ce ne sia uno!). Ed il motivo era che mentre il film continuava a scorrere, io mi ero fermato a rimuginare sull’improvvisa, frettolosa e in parte ingiustificata scomparsa del personaggio più accattivante, struggente, vero, dell’intera storia, quello della spogliarellista Ramona/Sabrina Ferilli. Che in mezzo alla ripugnante antipatia radical chic degli altri ruoli e al restante contorno di squallore mondano, aveva finalmente introdotto una nota di calda umanità, velata di una malinconia fragile e decadente, con cui risultava impossibile non simpatizzare all’istante. Considerato poi che non si tratta in questo caso della Ferilli popolana ma gioiosa vista in tanti spot (video allegato) o quella in versione sexy e un tantinello trash del famoso strip per lo scudetto della Roma e dei fortunati calendari, ma di una raffinata quanto toccante prova da attrice di sorprendente talento. Ho perfino pensato che l’inspiegabile morte di Ramona/Sabrina nella trama, che piomba sugli spettatori senza un chiarimento sul suo tragico destino, inserendo magari un fotogramma con una stanza di ospedale o una lapide, che so, anche con una sola lacrima versata da chicchessia, fosse in realtà dovuta a una lite burrascosa con il regista durante la lavorazione del film, che è arrivato così a farla fuori all’improvviso. Ipotesi che sono tornato a prendere in considerazione vista la sua discutibile assenza, lamentata su tanta stampa dalla stessa Ferilli, alla citata notte degli Oscar (http://qn.quotidiano.net/spettacoli/cinema/2014/03/03/1033994-oscar-grande-bellezza-ferilli.shtml). Perché io, Sabrina, alla cerimonia di consegna dell’ambita statuetta, l’avrei senz’altro portata. Primo, per dimostrare agli americani che oltre Sofia Loren (chiamata infatti quindici anni fa per la premiazione di Roberto Benigni) forse qualche altra valida maggiorata nel cinema ce l’abbiamo ancora. Ma soprattutto perché se “La grande bellezza” di cui si parla è chiaramente e volutamente assente in tutto il film di Sorrentino, alla Ferilli va riconosciuto il merito di incarnarne quel poco che c’è e per cui varrebbe la pena guardarlo.

17 pensieri su “Assenza mezza bellezza!

  1. qualcosa in comune ce l’abbiamo, la delusione per la non partecipazione della Ferilli, poi si parte con una crasi insanabile!!!
    non è un film per gli estimatori della curreggia libera alla bombolo – vanzina – animazione varia.
    non è per utenti da melassa vischiosa alla giulia roberts – richard gere ecc
    non lo si può guardare se si è distratti da mille pensieri
    non si può pretendere di trovare la formula classica “l’eroe arriva, trova difficoltà, analizza le proprie difficoltà, lotta con le avversità, vince, risorge e vissero felici e contenti”
    non è un film adrenalinico.
    e allora cosa resta mi dirai??
    rimane un film girato bene, con attori super, un respiro che supera le storie solite che si vedono nei film, con una fotografia a tratti mozzafiato, alcune scene paradigmatiche, con una colonna sonora da urlo e tanti messaggi sussurrati.
    ognuno può trarre la propria conclusione: tu hai incentrato tutto sulla figura umanissima della ferilli (che anche io ho molto apprezzato, anche se ho gradito la mancanza di funerali e ospedali, coerentemente col fatto che nella vita di jep le persone entrano ed escono continuamente insensibilmente, tranne il primo amore)
    non capisco come tu non possa aver apprezzato immensamente la scena della descrizione del funerale, cinica ma molto social..
    i fenicotteri sono fondamentali “perchè le radici sono importanti”
    c’è chi dice che non c’è una storia: secondo me ha perso la narrazione dello sguardo di jep e degli altri protagonisti. in fondo l’unica cosa che accomuna tutti (spettatori compresi) è la costanza dell’immanenza dello sguardo. tutto il film ne è pieno con servillo che cerca di essere puro e cinico senza riuscirci perchè la bellezza (e la bruttezza) grande che lo circonda lo vince, forse perchè era “destinato alla sensibilità”, forse perchè si sta indebolendo per l’età.. poi ci sono gli sguardi subalterni a tutto di verdone, quelli disincantati della ferilli, quelli estraniati della santa… è tutto un dialogo di occhi… e al centro quella presenza ingombrante e salvifica (?) della bellezza della città eterna e della decadenza, viste non come marciume, ma come ispirazione e purezza, pure la concordia!!!!
    per certi versi il film mi ricorda “l’uomo che guarda” di moravia (spero il titolo sia giusto)

    • E infatti, sospettando (non solo da parte tua) commenti in completo disaccordo con il mio modesto punto di vista, avevo visto bene di cominciare il mio post con tutta quella strascicata premessa sul limite delle mie competenze, facendo quindi un po’ di necessario “maniavantismo” (trucchetti da mestierante)! Ciò detto, ho apprezzato molti punti del film, compresi quelli da te finemente analizzati, ma da convinto “antropocentrico”, mi vien facile accantonare colonna sonora e ambientazione romana, per quanto straordinarie, ridurle cioè al ruolo di magnifica e forse stridente cornice, per concentrarmi sui personaggi. Non provando empatia per il protagonista (uno scrittore, anziano, di talento, mondano…tutto ciò che non sono) il personaggio della Ferilli, la tamarronza che si ostina, nonostante l’età, a esibirsi, che sbaglia vestito alle feste, che parla in modo fin troppo semplice e diretto, è quello che un provincialotto ruspante come me si prende a cuore sin dal suo ingresso e che rimpiange nel momento della sua uscita di scena (siccome poi mi aveva incuriosito, una delucidazione in più sulla sua sorte l’avrei gradita)! Terribilmente cinica, dunque compresa a pieno, la valenza di “vetrina” di un funerale, meno chiaro, almeno per me, il nesso radici – fenicotteri: nel senso, è già sufficiente la battuta della santa (“Sai perchè mangio radici? Sono importanti, le radici”), senza scomodare stormi o frotte di pennuti, per quanto, curiosamente, proprio i fenicotteri siano un forte richiamo proprio alle mie, di radici. Che sia poi uno straordinario inno alla decadenza, dal fascino trascurato di Roma al mostruoso relitto della Concordia, dalla classe dei nobili (estinta) a quella degli intellettuali (inerme o inesistente) è fuori discussione…continuo a ribadire, che il titolo, secondo me, è provocatorio, in quanto in tutto ciò, la bellezza non è più, ahimè, presente! Ma sai che poi non ho capito se a te sia piaciuto o no? Giustissima la tua citazione di Moravia, chiamato in causa nello stesso film, nel dialogo con un altro azzeccato personaggio, quella della Ferrari (un filino odioso, come la maggior parte)! :)

      • piaciuto tantisssssimo (ma d’altra parte avevo goduto molto anche “this is the place”, purtroppo apprezzato da pochi), premetto che i film pieni di silenzi mi danno senso di libertà e lasciano spazio al mio corpo ingombrante di entrare tra le pieghe delle immagini, perciò lentezza sguardo e immagini mi hanno calamitato.
        sulla non presenza della bellezza dissento, certo non è nella sua rincorsa psicotica a base di soldi e botox, ma ce n’è tanta attorno che a volte mi schiaccia, ancor più se fa da cornice a certe mostruosità.
        i fenicotteri sono fondamentali, attestano il valore delle parole della santa che altrimenti potrebbero essere quelle di una suonata qualunque. lo sguardo di jep, la sua sorpresa risuonano con quella del nostro fanciullo interiore; certo se li guardi con occhi adulti l’unico pensiero sarebbe “ca§§o fanno ‘ste bestiacce, poi chi la pulisce tutta la melma??”
        per quanto riguarda la Sabbry, spettacolari i primi piani “rugosi” che me l’hanno resa ancor più cara, ma la sorpresa l’aveva già rovinata Virzì in “tutta la vita davanti”, dove lei è eccezionale, evidentemente basta un regista giusto per esaltarla… la vedrei bene con Ozpetek… chi lo sa??
        (la citazione di Moravia invece mi è sfuggita…) ;)

        • Vuoi quindi dirmi che finalmente, dopo 29 anni e qualche mese, io abbia avuto una sorta di reazione adulta di fronte a qualcosa? (in questo caso dei fenicotteri, ma eviterei di fare battutacce al riguardo)! Non so se poi avessi notato il commento di Vieri poco più sotto, che avvalora e prosegue il tuo (ho capito, prima Carla, ora lui, sul mio blog stai raccogliendo più consensi e seguaci del blogger stesso, quasi quasi ti estrometto come la Ferilli, puf, e chissà che fine hai fatto)! Gli altri film che segnali li ho visti, ma non mi hanno lasciato un gran ricordo…segno che di cinema, forse, non dovrei più occuparmi…o forse che sto solo rincoglionendo…ah, Moravia veniva nominato, non citato (mi sono spiegato male, sorry) a proposito del fantomatico e famosissimo primo libro di Servillo…quanto a Ozpetek, guarda, non me ne parlare, proprio ieri ho visto l’ultimo film e ne sono ancora mezzo scombussolato!

          • corro a vederlo anch’io allora!!!
            te continua a guardare e commentare che dallo scontro dei mondi nascono gli universi!! hehehe
            (e riguardati quello di Virzì che è mooolto piacevole, tra l’altro mi hanno osannato anche l’ultimo che mi sono momentaneamente perso…)

  2. Non ho visto il film al cinema e nemmeno l’altro giorno in tv, (Lo dico a te, ma per favore non dirlo a nessun altro, guardavo la seconda parte della fiction con Zingaretti, non tanto per la presenza dell’attore stesso, che comunque guardo sempre volentieri, quanto perché la storia era tratta da un libro, che avevo letto l’estate scorsa e che mi era molto piaciuto..) quindi in teoria non avrei nemmeno dovuto commentare questo tuo post. Durante la pausa pubblicitaria su rai1 ho girato sulla rete concorrente, e ho seguito uno sproloquio di Servillo. Questo è tutto. Ho risposto per simpatia nei confronti della Ferrilli e naturalmente perché ti adoro. :-D

    • Tranquilla, questo blog ti garantisce ancora una condizione di semi-anonimato, dal momento che non è poi così letto (ma nemmeno del tutto ignorato, ecco, non ci abbattiamo)! Però, a questo punto, mi rendo conto che se il film non l’hai visto, ti ho svelato (e massiva ancor di più) una marea di dettagli sulla trama e sulle scene…non ci avevo mica pensato! La Ferilli non l’ho mai né amata né odiata, con questo film si è pienamente riscattata ai miei occhi! Grazie mille, come sempre, e buon week-end :)

  3. caro Ale, concordo quasi punto per punto con Massiva che ha elencato correttamente i tanti punti forti del film.
    e questo perchè, secondo me, sbagli presupposto di partenza: questo non è un film per attori, casomai per un unico-grande- attore, il resto dei personaggi impersona categorie. Una delle quali rappresentata appunto, sempre secondo il mio modesto parere, dai personaggi poveri, emarginati, i “diversi” : la direttrice nana, la governate extracomunitaria, la spogliarellista un pò zozza fuori ma pulita (e malata) dentro.
    Guarda caso gli unici a vincere il disincanto del protagonista e ad intrattenere con lui rapporti sinceri, secondo uno schema poco originale che segna anche uno dei maggiori punti deboli del film.
    Quanto alla Ferilli trovo che sia una buona e talvolta ottima attrice, ma non è colpa di nessuno se ha fatto soldi con le fiction e la pubblicità: certe scelte a questi livelli le sconti!

    • Massiva, come te del resto, è un grande cultore cinematografico, a differenza del sottoscritto che rimane abbagliato da blockbuster da botteghino mentre snobba film con la F maiuscola o non ne capisce il senso. Il mio perciò rimane un semplice parere di spettatore, con la passione per il grande schermo ma senza l’adeguata cultura in materia. Ribadito ciò, in effetti concordo sulla presenza di un unico grande attore/personaggio, su cui si impernia il film, ma scrivere un intero post su “uh quant’è bravo Servillo” sarebbe stato di un’evidente e superflua banalità. La Ferilli, che ha rappresentato una grande sorpresa per me, mi era sembrato un pretesto e un approccio forse più originale alla discussione su di un film in cui ognuno si sente legittimato a dire la propria, anche a casaccio, blogger compreso! Certo, concludere il tuo intervento accenando agli “sconti” è stato un altrettanto gradito colpaccio!

      • e infatti hai ottenuto lo scopo, partendo dalla Ferilli!
        però per favore, falla un pò finita con questa poco credibile autoflagellazione della tua competenza cinematografica…com’è che hai detto? “ragazzotto di paese”? ma vai via vai!! :-)

        • Per il “ragazzotto” dici? No, eh? Però, se nel film, la Ferilli ne dichiarava 42 (a dispetto dei suoi quasi 50), io posso benissimo insistere coi miei 29! ;)

  4. Per la verità io, più che lo squallore mondano, ho ritrovato nel film tanto squallore quotidiano….della gente comune, intendo. Dalla scena del “massacro” (onestamente dovuto) che Jep fa dell’amica (per niente tale per lui), di cui elenca debolezze e falsità “in ordine sparso”: dimmi se non conosci persone che millantano di possedere virtù e capacità, puntualmente smentite da un passato tutt’altro che virtuoso. Allo “spettacolo” messo in scena al funerale dal protagonista, tanto simile a quello fatto da molta gente che presenzia ai funerali solo per farsi notare….Per non parlare della limitatezza con cui molti si rapportano alla diversità (“nana è la prima cosa che mi dicono quando mi vedono e l’ultima quando me ne vado) o di chi, con gli occhi coperti dal prosciutto, si rifiuta di affrontare la difficile realtà di certe malattie mentali. Finisco con i tanti ecclesiastici (anche semplici parroci) con cui di tutto si può parlare, meno che di spiritualità….
    Per l’assenza della Ferilli sono anch’io dispiaciuta, ma come lo sono per la gran parte degli attori, tutti davvero molto bravi.
    Sui fenicotteri, onestamente , so dirti poco anch’io, ma quelli….mi sarebbe tanto piaciuto vederli sul mio balcone :)

    • Di squallore quotidiano ce n’è a litrate nel film e colpisce in quanto facilmente riscontrabile nelle vita di ciascuno di noi, anche se, talvolta, distante anni luce dai personaggi della pellicola…dall’amico/collega/conoscente che si vanta della propria posizione professionale, magari raggiunta con mezzucci, all’incapacità diffusa di rapportarsi con qualsiasi diversità, fisica o mentale, alla presenza tuttosommato ingombrante di un clero forte e influente come un vero e proprio partito politico, etc, etc…è un film che lascia l’amaro in bocca, perchè, tra mille esagerazioni, ti trovi a dire “però, com’è vero!” I fenicotteri? Ti piacciono? Appena ti va di fare un salto ti porto nella mia Maremma, dove stazionano ormai tutto l’anno…grazie mille e a presto! :)

  5. A me il film è piaciuto; la parlata di servillo l’avrei ascoltata per altre ore…e sorrentino ha mancato di nominare la carrà e poi era perfetto!!!

    • Grave mancanza…diciamo che il merito di un inizio così strepitoso del film è anche in parte di sora Raffa, giusto? Molto felice della tua opinione e di ritrovarti qui!

  6. sulla Ferilli, ti dico che io la vidi a teatro a Roma, (quando potevo passare piacevoli week end a roma) e anche in quel caso fu brava….ma pure lei deve campà quindi deve vendere ‘sti divani

    • Ricordo il periodo dei tuoi week-end romani (piuttosto, ora dove mi sei/siete?)…io invece la Sabbry l’avevo sempre sottovalutata, e invece, guarda, m’ha anche emozionato…poi, si sa, bollette e zigomi costano sempre di più… ;)